ottobre 14, 2013

Transit ( parte 5 ) Il segreto degli uomini blu




Il viaggiare è pura meditazione, il condividere lo spazio, l'immediatezza dello scambio culturale, l'incontro nel viaggio dell'altro, gli sguardi eloquenti a volte stanchi che si incrociano tra loro...
Un camion sta arrivando a distanza sulla pista deserta, è un attimo che può determinare le prossime ore di lunghe attese o camminate interminabili scovando l'orizzonte.
Il camion si ferma per dire che non può farmi salire, insisto, e salgo sul tetto, a farmi spazio sono un anziano, una coppia con bambino piccolo in braccia, mi dicono di tenermi stretta ai tronchi di legno che fanno parte del carico, ne capisco presto il motivo, la pista diventa al limite di strapiombi con via vai di salite e discese ripide, mozzafiato, la paura e il pericolo viene sommerso dall'eccitazione di vivere un esperienza unica con paesaggi surreali. Infine vengo scaricato lungo la strada che mi avrebbe portato ad una piccola cittadina Imilchil.

ottobre 10, 2013

Figli del vento ( Il segreto degli uomini blu) parte 5°



Nei paraggi avrei dovuto trovare una tenda di Amazigh e avrei potuto scaldarmi con del te caldo.
Ho caminato verso nord e incontro un anziano che mi porta nella sua tenda in cima al monte, qui la percezione di essere in alto è particolare essendo che sono altipiani, quindi ci si puo' facilmente trovare a salire a 2500 metri di altezza ma sembra di essere andati su una collina.
Fuori una bambina giocava, raccoglieva legna, pascolava caprette, la nonna faceva del pane su una piastra, decisi di passare del tempo con loro, Il tajine, che consiste in bollito di verdura o frutta, cotta in un piatto di terracotta, per chi può con pesce o carne.
Il "Taghelmust"è un orgoglio per l'uomo Amazigh per il colore prezioso Indaco, anche però per coprirsi il viso da vento e calore.
Il saggio mi ha rivestito del turbante e insegnato meticolosamente a indossarlo, da quel momento mi sentivo come parte dello stesso spirito, "Figli del vento", come vengono chiamati.
Questo popolo ha a cuore l'appartenere in maniera cosi viscerale alle vaste montagne e deserti, vivere nei "Jiaima" tende con stoffa spessa solitamente nera e inoridisce al pensiero di vivere in una casa di pietra e il non potersi spostare.
La tribu' è matriarcale, è la donna ad amministrare il campo essendo che gli uomini passano molto del loro tempo a pascolare o in viaggi. Le donne non hanno il vincolo del velo come con il resto delle culture nord africane e quindi più libere.
A questo punto dall'anziano ricevo una proposta, diventare guida di cammelli per la loro tribu', sicuramente scherzava, ma quando te lo propongono significa che hai conquistato il loro cuore e atto di fiducia.  (continua....)


ottobre 07, 2013

La stagione dell'amore (parte 4) Il segreto degli uomini blu



Non avevo mai atteso il mattino con tanta premura, le informazioni cartografiche che mi erano state indicate comportavano troppi giorni di cammino, quindi devio per un villaggio dove trovo un mezzo per aggirare i monti e andare dritto alla meta, un luogo molto caro agli Amazigh,, due laghi sul versante sud dei monti Atlas, a settembre  I nomadi dei monti, del deserto e dei villaggi con i loro cammelli, capre, pecore e asini vengono a festeggiare l'amore, dove i figli si possono incontrare con le loro future compagne, nasce tutto da una legenda.
Nei tempi antichi due famiglie non furono in accordo sulla scelta dei propri rispettivi figli di stare insieme, così scapparono sui monti e versarono così tante lacrime che si trasformarono in laghi di Isli e Tislit che sono a forma di cuore, da quel giorno il popolo decise di rendere liberi i figli di scegliere il loro amore con una festa.
Dovevo affrontare un altro giorno di cammino, mi affianco ad una carovana di cammelli accompagnati da un anziano donna e una bambina, nel frattempo decisi di fermarmi a dormire in un villaggio semi abbandonato dove un pastore con suo figlio mi offrono il loro letto, un tappeto dentro una casetta di sassi con caminetto, l'uomo era insistente e il figlio timido, mi offrono da mangiare nel loro stesso piatto, poi esco fuori dove le pecore dormivano, nel buio totale il figlio mi porta un agnello per accarezzarlo, poi vado a dormire. Mi alzo alle 5 per ripartire e noto che uno di loro per lasciarmi posto ha dormito fuori al freddo dentro una coperta.
Proseguo verso il lago di Isli ormai vicino, la temperatura era rigida e finalmente il gps mi indica che sono quasi arrivato anche se non vedevo nulla intorno essendo completamente buio.
Aspetto l'alba come fossi un invitato speciale, l'emozione era forte, le stelle lasciavano posto lentamente all'aurora, illuminando lentamente l'enorme specchio d'acqua con colori surreali.

Avevo troppo freddo e corsi a cercare la cima di un monte dove sarebbe arrivato prima il sole a riscaldarmi.


ottobre 06, 2013

Il grande cammino (parte 3) Il segreto degli uomini blu

Il territorio degli Amazigh è molto esteso in tutto il nord Africa, in particolare nel Sahara, vengono chiamati anche uomini blu per il turbante indaco che li copre il viso. La libertà per loro è sacra e sono diffidenti dei contatti con il resto del mondo, amano vivere sotto le stelle e nelle tende, alcuni di loro nei periodi freddi scelgono di stare in case di pietra, che poi vengono abbandonate, altri vivono in cittadine più moderne. Li ho conosciuto uno di loro che mi ha accompagnato in moto nella parte desertico ai piedi del monte Atlas e mi ha indicato la strada da fare, dicendomi che lungo la strada avrei trovato dei uomini saggi che mi avrebbero aiutato a muovermi nel territorio e dormire nelle loro tende. Così ho camminato per tutta la giornata e incontrando alcuni pastori, poi un anziano silenzioso ma rassicurante che per qualche ora è diventato compagno di viaggio. Ho scelto di proseguire sul monte a più di 2000 mt., la notte è arrivata veloce mentre ho raccolto legna per prepararmi per il freddo e trovato un riparo sotto una roccia. Ho pulito lo spazio in cui avrei bivaccato per tenere lontano insetti o serpenti poi ho sparpagliato pezzi di legna ancora rovente tutto intorno a me, era magico, sembrava avere stelle ovunque sopra e sotto, il luccichio del fuoco intorno sembravano stelle che si confondevano con il cielo. Anche se avrei dovuto avere paura, l'euforia di quella perfetta poesia intorno a me mi dava un senso di pace e totalità, la sensazione di essere una cosa sola con l'universo. Ho scaldato del te con del timo che avevo raccolto nel mio cammino e poi ho dormito, improvvisamente si è illuminata la valle, era comparsa la rassicurante Luna.



ottobre 02, 2013

Da vaganti a itineranti (Il segreto dell'uomo blu 2°parte)

Il preparativo per questo viaggio è stato intenso, pur non sapendo che sarei andato proprio in quella terra, tecniche per sopportare freddo, fame, sete, stanchezza e specialmente ridurre il carico al minimo, tutto questo è stato utilissimo al millessimo. Sicuramente pero' la preparazione più importante è quella interiore, spogliarsi, abbandonare pregiudizi, entrare dentro una dimensione piu' ampia del sentirsi parte di un viaggio che non è fatto di chilometri, ma di centimentri verso te stesso e la terra che trasporta i minuscoli vaganti "noi" di cui nessuno ne conosce realmente la destinazione se non con i piccoli itinerari per conscersi nel mondo dell'altro.




ottobre 01, 2013

Il segreto degli uomini blu (parte prima)

Un evento che riguarda il popolo Amazigh (Popolo libero) mi ha spinto a conoscere meglio lo spirito di chi ci abita.
Ogni anno famiglie  del Sahara e dei monti Atlas si ritrovano in un area con due laghi, (Isli e Tislit) secondo un antichissima legenda formati dalle lacrime di due innamorati a cui gli furono negati l'amore.

Il viaggio non vuole essere folkloristico ma piuttosto alla ricerca di sensazioni che il luogo poteva presentare, cosi è stato, un iniziazione che ha comportato due notti solo nel deserto e la montagna Atlas con infine il ritorno nella tenda del saggio Amazigh e la rituale vesitizione del turbante "Tagelmust".


Il pensiero di essere un uomo e donna libera è primordiale di ogni schiavo, prigioniero e abitante di culture che negano la liberta' e che convicono che le persone che devono essere controllate per vivere felici.

Esistono popoli che hanno lottato da secoli per non essere dominati, uno di questi è riuscito nell'intento, "gli Amazigh"
hanno una loro lingua e fin dall'epoca Egiziana (5000 AC) sono rimasti liberi.

Ne ho cercato il segreto... (segue parte seconda)